Mandibula di Mónica Ojeda

18,00

Fernanda si risveglia legata in una casa in mezzo alla foresta. A rapirla è stata Clara, la sua professoressa, donna dal passato tormentato e bullizzata da un gruppo di alunne dell’elitario istituto femminile dove insegna. A capeggiarle è Annelise, la migliore amica di Fernanda, la sua “gemella-d’inguine”.

Il sequestro è solo il culmine di un meccanismo perverso che ha radici più profonde: un edificio abbandonato, storie del terrore ispirate dalle letture di creepypasta, riti iniziatici e giochi sempre più violenti e crudeli, un culto segreto al Dio Bianco, entità spirituale che appare quando l’ingenuità dell’infanzia inizia a compromettersi.

Mandibula ci trasporta in un mondo retto dalla paura, che si declina nei legami familiari, nella sessualità, nella violenza e nelle trasformazioni della crescita. Attraverso una scrittura immaginifica e sconcertante, sulla scia di maestri del calibro di Lovecraft, Poe e King, Mónica Ojeda delinea i contorni di un universo dove i rapporti tra allieve, madri, figlie, sorelle e amiche del cuore, seguono dinamiche bestiali e il cui senso ultimo è racchiuso in una domanda: «Qual è l’unico animale che nasce da sua figlia e concepisce sua madre?».

 

«È ridicolo, ma la maggior parte del tempo ci dimentichiamo di essere animali formati da
organi che sembrano usciti da un incubo. Il cuore, per esempio, è un organo orripilante.
Sempre lì dentro, che batte, però non ci pensiamo mai
perché se lo facessimo, forse impareremmo a temerlo».

 

Mónica Ojeda (Guayaquil, Ecuador, 1988) è laureata in Scienze della Comunicazione con specializzazione in Letteratura, possiede un Master in Creazione letteraria e Teoria e critica della Cultura ed è stata docente presso l’Università Cattolica di Santiago de Guayaquil. Vive a Madrid, dove è dottoranda in studi umanistici con una ricerca sulla Letteratura porno-erotica latinoamericana.

Nel 2015 il suo primo libro di poesie, El ciclo de las piedras, ha vinto il «Premio Nacional de Poesía Desembarco». Nel 2016 ha pubblicato il romanzo Nefando che ha ottenuto un ottimo successo di pubblico e critica e nel 2014 La desfiguración de Silvia («Premio Alba Narrativa 2014»).

Ha collaborato all’antologia di racconti Emergencias. Doce cuentos iberoamericanos (2013) e ha pubblicato il racconto Caninos nel 2017, anno in cui entra a far parte della lista Bogotà 39 che include i 39 migliori scrittori dell’America Latina under 40. Nel 2019 ha vinto il «Premio Next Generation Prince Claus Laureate», conferito a giovani under 35 che si sono distinti nei campi dello sviluppo e della cultura.

Mandibula, inserito da El País tra i migliori libri in lingua spagnola nel 2018, è stato finalista al «Premio Bienal de Novela Mario Vargas Llosa».

Descrizione

Fernanda si risveglia legata in una casa in mezzo alla foresta. A rapirla è stata Clara, la sua professoressa, donna dal passato tormentato e bullizzata da un gruppo di alunne dell’elitario istituto femminile dove insegna. A capeggiarle è Annelise, la migliore amica di Fernanda, la sua “gemella-d’inguine”.

Il sequestro è solo il culmine di un meccanismo perverso che ha radici più profonde: un edificio abbandonato, storie del terrore ispirate dalle letture di creepypasta, riti iniziatici e giochi sempre più violenti e crudeli, un culto segreto al Dio Bianco, entità spirituale che appare quando l’ingenuità dell’infanzia inizia a compromettersi.

Mandibula ci trasporta in un mondo retto dalla paura, che si declina nei legami familiari, nella sessualità, nella violenza e nelle trasformazioni della crescita. Attraverso una scrittura immaginifica e sconcertante, sulla scia di maestri del calibro di Lovecraft, Poe e King, Mónica Ojeda delinea i contorni di un universo dove i rapporti tra allieve, madri, figlie, sorelle e amiche del cuore, seguono dinamiche bestiali e il cui senso ultimo è racchiuso in una domanda: «Qual è l’unico animale che nasce da sua figlia e concepisce sua madre?».

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