Profili di donne di Luigi Capuana

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Profili di donne di Luigi Capuana

Dopo il soggiorno romano del 1875 Luigi Capuana tornò a Mineo per lavorare al suo primo volume di novelle, stampato a Milano nel 1877: Profili di donne.

In questo lavoro lo scrittore siciliano fece confluire, oltre alla sua attività di critico letterario, i suoi studi sulla psicologia femminile, tesa a ricostruire, riconoscere e interpretare in chiave narrativa lo straordinario: quel misto di situazioni misteriose e personaggi enigmatici di cui sono costituiti i “fatti umani”.

Così, Delfina, Giulia, Fasma, Ebe, Iela e Cecilia diventano occasione per Capuana per provare a raccontare ciò che l’occhio vede e assecondare, tra storie d’infedeltà, amori non ricambiati o idealizzati, il dichiarato desiderio di realizzare un’opera d’arte il cui unico intento è raffigurare sensazioni vere, sentimenti veri, dolori veri e renderli, come dicevano i pittori suoi contemporanei, schiettamente, sinceramente.

 

Quei popoli che chiamano il fiore e la donna collo stesso nome hanno indovinato un mistero.

 

Luigi Capuana (Mineo 1839 – Catania 1915). Esordì come poeta, ma la sua attività si volse ben presto alla critica letteraria e alla narrativa. Da critico contribuì agli studi e alla teorizzazione del romanzo naturalista italiano: Studi sulla letteratura contemporanea (prima serie, 1880, e seconda serie, 1882), Gli “ismi” contemporanei (1898). Da narratore si fece grande interprete del verismo, insieme ai colleghi Giovanni Verga e Federico De Roberto. Fu autore di numerose novelle e romanzi, tra cui si segnalano Giacinta (1879), Profumo (1890), Le paesane (1894), Nuove paesane (1898), Il Marchese di Roccaverdina (1902). Inoltre fu anche autore di favole e racconti per ragazzi: C’era una volta (1882), Scurpiddu (1898), Cardello (1907).

Prefazione di Giulia Ciarapica 

Descrizione

Dopo il soggiorno romano del 1875 Luigi Capuana tornò a Mineo per lavorare al suo primo volume di novelle, stampato a Milano nel 1877: Profili di donne.

In questo lavoro lo scrittore siciliano fece confluire, oltre alla sua attività di critico letterario, i suoi studi sulla psicologia femminile, tesa a ricostruire, riconoscere e interpretare in chiave narrativa lo straordinario: quel misto di situazioni misteriose e personaggi enigmatici di cui sono costituiti i “fatti umani”.

Così, Delfina, Giulia, Fasma, Ebe, Iela e Cecilia diventano occasione per Capuana per provare a raccontare ciò che l’occhio vede e assecondare, tra storie d’infedeltà, amori non ricambiati o idealizzati, il dichiarato desiderio di realizzare un’opera d’arte il cui unico intento è raffigurare sensazioni vere, sentimenti veri, dolori veri e renderli, come dicevano i pittori suoi contemporanei, schiettamente, sinceramente.

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